Sofia
Principalmente c'erano due paure. Quella di estrema esposizione di fronte a qualcuno, con quel senso di vulnerabilità e di timore di giudizio, come quando confessi un segreto enorme e temi che l'altra persona ti veda in modo diverso, noti qualcosa di nuovo in te.
Umberto Galimberti scrive che il pudore è un tentativo di mantenere la propria soggettività, in modo di essere segretamente se stessi in presenza degli altri: si trattava per me di andare esattamente oltre questo.
La seconda paura era della mia stessa reazione nel vedermi e non ritrovarmi in quei canoni estetici ormai fissati nella mente che i media bombardano in continuazione.
È facile mostrarsi attraverso ciò che più apprezziamo di noi e filtrando tutto il resto. Lo facciamo costantemente quando parliamo, quando scegliamo i vestiti che nascondono e quelli che accentuano e quando mostriamo il nostro profilo migliore.
Mi spaventava non avere il controllo di questo: sarebbe stata così evidente l'asimmetria del seno e dei fianchi e la loro forma, sarei stata troppo magra, non avrei avuto le forme giuste.
Posso dire di aver superato la paura? Per la maggior parte sì. Pian piano che si creava l'atmosfera ho iniziato a sentire il mio corpo come mai avevo fatto prima.
Era come se ci stessi parlando: nei movimenti lo conoscevo e lo sentivo in completa connessione con me. È stato tutto in crescita, da sentirmi totalmente impacciata al divertirmi.
Il tutto è stato reso possibile sicuramente grazie all'aiuto di Luca, che mi ha guidata e aiutata ad unire la mia mente al mio corpo, e grazie al mio ragazzo, che conosce me, i miei pensieri ed il mio corpo forse più di quanto voglia fermarmi a conoscerlo io. È stato davvero fondamentale per me sapere che lui fosse lì con me.
Rivedendo gli scatti ho visto me, ho rivisto i miei pensieri e ho provato una libertà immensa nell'essere padrona del mio corpo senza alcun tipo di limite e paura.